#Silvestro Greco
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Riappare il corallo rosso nella secca di Amendolara in Calabria
Riappare il corallo rosso nella secca di Amendolara in Calabria - La Secca di Amendolara Marina è un’oasi naturale che si trova ad una quindicina di chilometri dalla costa dell’omonimo comune cosentino, ha una forma circolare ed una superficie di 31 km quadrati e si innalza da 200 metri di profondità, sino a circa 20 metri dalla superficie del mare, nel Golfo di Corigliano.
Un nuovo articolo su http://www.danireef.com/2021/04/06/riappare-il-corallo-rosso-nella-secca-di-amendolara-in-calabria/
Riappare il corallo rosso nella secca di Amendolara in Calabria
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- by Silvia Fabris
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Parola di Dante 307/365
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"Ma come Costantin chiese Silvestro
d’entro Siratti a guerir de la lebbre,
così mi chiese questi per maestro [...]"
La lebbra è una malattia infettiva caratterizzata da una sintomatologia deformante della cute, in passato molto diffusa e pericolosa. La parola deriva dal latino "lepra", a sua volta dal greco "lépra" ‘squama’ (derivato del verbo "lépō" ‘scorticare’), con sonorizzazione e raddoppiamento della consonante prima di "r" (ma in italiano antico è diffusa anche la forma "lepra", più vicina al latino). La forma "lebbre" (usata in questo passo dell’"Inferno", in rima con "febbre" ed "ebbre") è stata spiegata con l’accostamento tra i nomi femminili in "-a" di I declinazione latina e quelli in "-e" di III e V (un caso analogo, sempre in Dante, è "ale" per "ala"). Dato il grande stigma che la parola "lebbra" si porta con sé sin dai tempi antichi, oggi in medicina si preferisce parlare piuttosto di morbo di Hansen.
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Torre del Greco, allerta botti illegali in vista del Capodanno
Arresti e contenitori dei rifiuti fatti esplodere. Europa Verde: “Tolleranza zero per i festeggiamenti in strada e per i botti illeciti.” A Torre del Greco c’è massima allerta per la vendita e l’utilizzo dei botti illegali in vista della notte di San Silvestro. Un 20enne è agli arresti domiciliari dopo essere stato scoperto dai carabinieri della sezione operativa di Torre del Greco in possesso…
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I guardiani del mare si raccontano e i più belli sono nel Salento (IV parte)
Faro di Punta Palascia, Capo D’Otranto, Lecce (https://www.repubblica.it/viaggi/2018/08/30/news/tra_fari_e_lanterne_le_sentinelle_del_mare_piu_importanti_d_italia-205243146/)
di Cristina Manzo
Non è visibile dalla litoranea che da Otranto conduce a Porto Badisco, si trova in prossimità di una base militare. Si parcheggia l’auto in uno spiazzo sterrato e in dieci minuti, con una tranquilla camminata, ci si arriva lungo un sentiero che si fa strada in mezzo alla natura, tra rocce e vegetazione, avvolti dai profumi della macchia mediterranea e da un silenzio quasi surreale.
La vista è così suggestiva da togliere il fiato: il guardiano del mare si staglia sulla scogliera tra il blu del cielo e l’infinita distesa azzurra del mare. Non esistono parole sufficienti a spiegare la sensazione che si prova ammirando e respirando tutto questo incanto, sembra quasi di essere in capo al mondo. L’ho visitato in diversi periodi dell’anno e sempre, in ogni stagione, io sono rimasta incantata. L’ho visto al tramonto quando mi appostavo calandomi giù dalla scogliera per le nottate di pesca, l’ho visto al buio ammantato di stelle mentre la sua luce illuminava l’infinito, l’ho visto all’alba del mondo colorarsi di rosa, l’alba di tutte le albe che nasce dal mare, anzi dall’incontro di due mari, dove la sera il sole si rituffa scomparendo come una palla incandescente che sfrigola nell’acqua.
Per me resta sempre il faro dei fari, il più bello, il più speciale. Abbiamo condiviso i segreti di un grande amore custoditi per sempre tra il mio cuore e il suo silenzio. Una storia nata ai piedi di un altro faro, in verità, quello di San Cataldo, quindi sono stati ben due i guardiani del mare importanti, nella mia vita. San Cataldo, Capo d’Otranto, Porto Badisco, la Palascia, la stazione metereologica sono le parole chiave della mia giovinezza.
Negli anni novanta tantissimi giovani frequentavano quel luogo in estate, sulla piana della scogliera vi era anche un’area per i campeggiatori. Era un posto che ispirava libertà e magia. Dalla Palascia lo sguardo prendeva il volo, aprendo l’anima a un immaginario senza confini, disancorato dalle catene della vita.
La stazione meteorologica di Otranto-Punta Palascia è la stazione meteorologica di riferimento per il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare e per l’Organizzazione Meteorologica Mondiale relativa alla località costiera di Punta Palascia presso Otranto. L’osservatorio, gestito dalla Regia Marina fino al termine della seconda guerra mondiale, è rimasto presidiato fino al 1978 presso il faro di Punta Palascia. In seguito, in conseguenza della dismissione dell’osservatorio meteorologico, è stata attivata nella medesima area di ubicazione una stazione meteorologica automatica di tipo DCP della rete del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare[1].
Sembrerà difficile da credere ma il maggior afflusso di turisti il faro di Punta Palascìa lo registra la notte di San Silvestro. Il motivo? Ci troviamo a Capo d’Otranto, il punto più a Est della Penisola. Così la sua terrazza è il luogo d’Italia in cui, idealmente, salutare per primi il nuovo anno. D’estate, invece, il faro di Otranto è meta degli amanti delle escursioni, essendo posto alla fine di un sentiero circondato da natura e scogliere a picco sul mare. Ma è anche il punto d’accesso alla ‘Grotta dei Cervi’, insenatura naturale che custodisce testimonianze storiche del periodo neolitico. È uno dei due fari italiani – assieme a quello di Genova – tutelati dalla Commissione Europea, facente parte dei cinque fari del mar mediterraneo.[2].
Qui nasce e muore la romantica storia dell’ultimo guardiano del faro che abitò tra le sue mura prima di consegnare le chiavi alla Intendenza di finanza nel 1978 e, con la sua morte, se ne va anche un pezzo di storia del Salento. “È venuto a mancare all’età di 88 anni l’ultimo guardiano del faro di Punta Palascìa. Elio Vitiello era nato nel 1931, arrivò a Otranto nel 1956 dal faro del Molo di San Vincenzo a Napoli portando con sé la tradizione di famiglia, faristi sia il padre Agostino che il fratello Benedetto. A Otranto Elio trovò anche l’amore e si sposò e la sua luna di miele fu proprio al faro con la sua Rosina Greco, idruntina. Vent’anni di vita nel faro tra intemperie e giornate di sole, venti e isolamento. Era stato, così, l’ultimo guardiano del faro. Un mestiere da letteratura, a guardare il mare e scrutare l’orizzonte, un lavoro duro e solitario, per veri amanti dell’avventura, pronti a dare l’allarme se qualcuno era in difficoltà tra le onde”[3].
Elio si porta dietro un mondo magico che non esiste più, un mondo romantico ma duro, fatto per quelli che resistono alla solitudine, per quelli che riescono a isolarsi e a stare bene soli con il mare, occupandosi solo di un faro e della sua luce. Non sembra una storia vera, sembra la trama di un romanzo, ma non lo è. I due sposini vanno li, in quel luogo estremo. Venti anni di vita al faro, lui che non sospettava nemmeno, il primo giorno che entrò nel grande edificio dell’Ottocento, che sarebbe stato l’ultimo guardiano del faro. Nessuno più sarebbe rimasto le notti a scrutare il mare, a guardare anche il più minimo segnale per prestare soccorso.
Quando Elio cominciò il suo cammino di guardiano al faro della Palascia era un periodo difficile: ogni giorno, intorno a mezzogiorno, al limite delle acque territoriali, “a vista nei giorni di bel tempo” gli albanesi, per provocare, facevano le loro esercitazioni di tiro navale in mare”. Si sentivano le esplosioni, li, su quel faro tra la Cortina di ferro ed il mare. I suoi ricordi erano tanti: – « Pasqualino, il massaro della Masseria Caprara, ci portava il formaggio fresco e quasi sempre si fermava a pranzo, i pescatori di Otranto e Castro, i marinai della Metauro che rifornivano il faro di acqua, camminando sugli scogli in un equilibrio incredibile, sui sandali. E poi gli amici che, per tenerci compagnia, scendevano e si fermavano a condividere un pasto, prima del turno di servizio. E poi lui, il faro, quasi una creatura vivente, con i suoi tempi, i suoi bisogni: Funzionava a vapori di petrolio, una grossa lampada riscaldava il petrolio e questo evaporava bagnando la retina ed incendiandosi, né più né meno che come una grossa lampara. E poi il servizio, l’attenzione alla luce ed alla rotazione: aveva sette ore di autonomia ed era controllata da un orologio, ma ogni notte bisognava percorrere i 132 gradini che portano alla lampada e stare di vedetta, col mare in burrasca ed il vento che entrava da tutte le parti.
Solo nel 1966 arrivò l’elettrificazione» – . Dopo l’abbandono, la lente venne portata via da lì, il Faro di Palascia smise di ruotare. La lampada di Palascìa è a Messina, un’altra lampada, sempre dell’Ottocento è lì. Ma quella luce che girava lungo la costa era diversa. La vita al faro era condivisa con sei persone, loro due e la famiglia e del reggente Colaci. – «Aprivo le finestre ed i delfini saltavano sotto la riva, indimenticabile» – , raccontavano insieme, con gli occhi lucidi, lui e sua moglie Rosina. E poi, ancora, i ricordi di questo lavoro, duro e bellissimo, ma impossibile da fare senza passione. Il sistema di segnalazione lungo la costa idruntina comprendeva vari fari e fanali.
Il faro della Punta possedeva l’alloggio del fanalista (ancora oggi esistente, a pochi metri dallo stesso). Qui l’incaricato del servizio era costretto a controllarne il corretto funzionamento, ma non solo. Dalla sommità dello stesso faro, più volte ogni sera, doveva verificare se il fanale galleggiante posto presso la secca di Missipezze fosse acceso. Missipezze era un pericolo molto serio per la navigazione, almeno fino a che non entrò in funzione definitivamente il Faro di Sant’Andrea. Un mondo duro e semplice, affascinante e pericoloso, ma pieno anche di amore e romanticismo. Un ultimo saluto, dalla sua Palascìa, al vecchio guardiano che va via, questa volta per l’ultimo viaggio[4].
La bella notizia è che è partita proprio dal tacco d’Italia la riscossa dei fari, infatti quello di punta Palascia preso in carico dall’università del Salento e dal comune è diventato il primo faro-museo, sentinella della storia. In nessun’altra lanterna, prima, è stato realizzato un progetto simile e, così importante, e la torre ottocentesca che sorge in un vero paradiso naturale, può, ormai essere visitata da tutti, con la nascita di un osservatorio naturale su ecologia e salute degli ecosistemi mediterranei con una mostra sulle lagune e foci fluviali che si apre insieme alla seconda vita del faro. La nuova lanterna per la riaccensione è arrivata da La Spezia.
E così, sul sentiero ricavato tra gli scogli su cui, un tempo, il guardiano del faro passava con il suo asino per raggiungere il paese, ora arrivano studenti, turisti, studiosi dell’ecosistema marino che in questa zona sembra fatto di magia, con il vento che sibila da una parte, con i delfini e le alghe rare o i fiori selvatici che crescono profumando di salsedine dall’altra. Punta Palascìa è il luogo in cui il giorno comincia prima che nel resto dell’Italia: siamo sul lembo estremo più ad est dell’Italia (18°31’22” di longitudine) e il «nuovo corso» dei fari, che in Italia sono un po’ dimenticati, non poteva che cominciare qui. Il faro della Palascìa, costruito nel 1850 ha guidato non poche navigazioni in Adriatico. La sua storia è lunghissima. La casa a due piani sulla quale è poggiata la grande torre in carparo è stata da sempre la dimora dei faristi, due famiglie che hanno vissuto in questo eremo (collegato alla superstrada con una mulattiera) fino agli anni Sessanta. La figlia dell’ultimo guardiano del faro era una bambina quando ha lasciato questo luogo misterioso, e oggi guarda alle vecchie finestre con ammirazione. La ristrutturazione dell’edificio è stata lunga e non facile. Il luogo è bello ma certamente impervio. Grazie a fondi pubblici e ad accordi tra Comune di Otranto, Regione Puglia, Università di Lecce, Marina Militare, il faro torna alla gente. Gli ambientalisti, i cittadini hanno condotto lunghe battaglie per salvare questo angolo di Puglia: nel Capodanno del 2000 invece di festeggiare il nuovo Millennio in un ristorante, centinaia di persone furono a Palascìa a manifestare con le fiaccole contro la ventilata fine del faro. La vittoria è venuta quando il Comune di Otranto ha ottenuto in concessione il faro dall’Agenzia del Demanio, ricevendo i finanziamenti del Por 2000-2006 (600 milioni di vecchie lire) e poi i contributi di 100mila euro (programma Leader 2000-2006) oltre ai 300mila euro del «Pis 14»[5]. Quando di notte si guarda un faro, stando in mezzo al mare, non si distingue la torre bianca nell’oscurità, ma solo il fascio di luce che attraversa l’infinito, una cometa che ci guida verso il destino e la salvezza, un raggio sospeso nell’aria, lanciato da una sentinella messa lì solo per servire il prossimo. Un guardiano del mare e un guardiano del faro prigionieri del tempo e dello spazio con lo scopo di averla vinta sulla tempesta che impedì a Leandro di raggiungere Ero, senza quel fuoco che lo guidasse nel buio. Forse il primo caso di costruzioni realizzate dall’uomo per un così alto scopo altruistico. Le torri costiere sentinelle del mare. A me sarebbe piaciuto molto vivere in un faro, e a voi?
Note
[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Capo_d%27Otranto
[2]https://www.repubblica.it/viaggi/2018/08/30/news/tra_fari_e_lanterne_le_sentinelle_del_mare_piu_importanti_d_italia-205243146/
[3] https://www.salentoflash.it/2020/06/05/palascia-addio-allultimo-guardiano-del-faro/
[4] https://www.quotidianodipuglia.it/lecce/faro_della_palascia_otranto_guardiano_del_faro-5268695.html di Elio Paiano
[5] https://www.quotidianodipuglia.it/lecce/faro_della_palascia_otranto_guardiano_del_faro-5268695.html.
Per la prima parte:
I guardiani del mare si raccontano e i più belli sono nel Salento (I parte)
Per la seconda parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2020/07/10/i-guardiani-del-mare-si-raccontano-e-i-piu-belli-sono-nel-salento-ii-parte/
Per la terza parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2020/07/21/i-guardiani-del-mare-si-raccontano-e-i-piu-belli-sono-nel-salento-iii-parte/
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. ╰ 𝐨𝐦𝐠, 𝐚 𝐧𝐞𝐰 𝐭𝐞𝐬𝐭 !
📚 𝖽𝗂𝗏𝗂𝗇𝖺𝗓𝗂𝗈𝗇𝖾 📅 𝖺𝗉𝗋 𝟢𝟨, 𝟢𝟫:𝟥𝟢 - 𝟣𝟣:𝟢𝟢 𝖺.𝗆. 🔗 #𝖽𝖺𝗇𝗀𝖾𝗋𝗈𝗎𝗌𝗁𝗉𝗋𝗉𝗀
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𝐚𝐫𝐠𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨: la catottromanzia
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Ha preso posto più di mezz'ora prima dell'inizio della prova, la prima di una lunga serie che avrebbe scandito quella settimana scolastica: scegliere di seguire tutti i corsi (tranne, per forza di tempo, Erbologia) doveva pur avere la sua piccola dose svantaggi, dopotutto. Sistemò sul banchetto la piuma celeste e l'inchiostro apposito, scartando poi con attenzione - guai a sporcare qualcosa, in primis le proprie mani - il torroncino portafortuna che Edward le aveva portato a colazione. Oceane Peverell fece il suo svolazzante ingresso qualche minuto in ritardo rispetto alla tabella di marcia, ma Agape decise di non lasciarsi condizionare da quel piccolo difetto. Attese con finta pazienza che si sistemasse e consegnasse le pergamene con la traccia dell'esame, per poi catapultarsi a scrivere non appena la donna diede loro il via: sapeva tutto della Catottromanzia, in qualche modo affine alla Cristallomanzia che praticava assiduamente.
`` Dal greco κάτοπτρον ("specchio") e -manzia (secondo elemento di nomi composti dal greco μαντεία, a sua volta derivante da μαντεύνoμαι, indovino), con il termine Catottromanzia si intende quell'arte divinatoria per la quale gli indovini (definiti catottromanti) sono in grado di conoscere passato, presente e futuro grazie all'utilizzo di, appunto, uno specchio magico, anche quando ci si ritrova bendati. In quanto pratica molto antica, esistono numerosi scritti e tradizioni a riguardo: le maghe della Tessaglia, ad esempio, si vantavano di far discendere con questo specchio la Luna dal cielo e ricevere da essa le risposte; per dar maggior credito ai loro oracoli, o più probabilmente per una buona dose di drammaticità, scrivevano i responsi col loro sangue. Pausania racconta che vi era a Patrasso, davanti al tempio di Cerere, una fontana separata dal tempio medesimo per mezzo di una muraglia; qui veniva consultato un oracolo considerato veritiero per le malattie. Il consultante malato faceva discendere nella fontana uno specchio sospeso ad un filo in modo che toccasse la superficie dell'acqua solamente con la sua base; dopo avere pregato la dea ed arso dei profumi il consultante si guardava nello specchio e, secondo che si trovasse il viso pallido e sfigurato o fresco e rubicondo, ne concludeva che la malattia sarebbe stata mortale o guaribile. Gli antichi Franchi, invece, predicevano il futuro osservando uno specchio nero posto in una stanza illuminata da una candela fatta con grasso di impiccato. In Ungheria, la notte di S. Silvestro, le fanciulle in età da marito immergevano a mezzanotte uno specchio nell'acqua della sorgente per vedere il volto del futuro sposo; tenevano in mano un cero ed osservavano lo specchio; a quel punto compariva l'immagine del fidanzato. In Russia, la notte di Natale, le fanciulle si chiudevano in una stanza illuminata da due candele e recitavano delle formule rituali davanti a due specchi per poter vedere riflessi in essi il volto del futuro marito.
Al giorno d'oggi, gli strumenti di questa pratica si dividono in due gruppi: specchi bianchi e specchi neri. Tra gli specchi bianchi la più nota è la sfera di cristallo, ma si usano anche il vetro, la lama di una spada, le pietre preziose, il ghiaccio, lo scudo. Per quanto riguarda gli specchi neri, ogni superficie annerita, brillante o meno, si presta a questo scopo: il palmo della mano annerito, ad esempio, oppure una ciotola piena di inchiostro nero, il fondo delle pentole affumicate. "L'interpretazione delle figure è molto singolare: l'indovino fissa lo sguardo sulla superficie e dopo poco intravede ciò che vuole comunicare. Si potrebbe credere che l'immagine si disegni sullo specchio, ma non è così; in realtà è la superficie che si cancella dietro una specie di nebbia, che si interpone tra lui e il mezzo. E su questa specie di sipario si formano le immagini; egli non vede più con gli occhi, ma con l'anima": così scriveva nel XIV secolo lo storico Khalduin nei suoi Prolegomeni; questo procedimento venne studiato, nel secolo scorso, dalla Società per la Ricerca Psichica con la sensitiva Goodrich Freer. Tutto induce a dedurre che lo specchio provochi, in chi lo osserva con molta concentrazione, uno stato di ipnosi e che, quindi, le immagini che il soggetto vede siano solo soggettive. Vi sono, però, dei casi in cui le immagini sembrano essere oggettive; il missionario Padre Trilles, nel suo libro "Fra i pigmei della foresta equatoriale", racconta di un indovino che gli mostrò in uno specchio, in modo molto chiaro, il viso dell'autore di un furto.
I tipi di specchi di cui servirsi sono moltissimi, elencherò adesso i principali:
𝐒𝐩𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐨 𝐚𝐫𝐚𝐛𝐨: è una bacinella piena d'acqua; può essere sostituita dal palmo della mano di una vergine, annerito con l'inchiostro.
𝐒𝐩𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢 𝐜𝐚𝐛𝐚𝐥𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐢: sono sette globi dei sette metalli che corrispondono a sette elementi astronomici: ferro per Marte, argento per la Luna, ferro dorato per il Sole, lo stagno per Giove, il vetro pieno per Mercurio, il rame per Venere, il piombo per Saturno. Sono congiunti da una catenella di rame e di zinco e al loro interno sono poste delle piante narcotiche: papavero nell'argento; giusquiamo nel ferro; fiori di canapa nello stagno; oppio nel rame; belladonna nel piombo.
𝐒𝐩𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐒𝐚𝐧𝐭'𝐄𝐥𝐞𝐧𝐚: è un cristallo su cui vengono tracciati, con olio d'oliva, una croce e il nome della santa, mentre un bambino recita la seguente orazione: "de precori domina Helena mater regis Costantini".
𝐒𝐩𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐨 𝐦𝐚𝐠𝐧𝐞𝐭𝐢𝐜𝐨: è una sfera di vetro piena d'acqua di sorgente o distillata.
𝐒𝐩𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐨 𝐭𝐞𝐮𝐫𝐠𝐢𝐜𝐨: è lo specchio magnetico unito ad un rito simbolico. Si copre con un panno bianco il globo di cristallo pieno di acqua di sorgente e si accendono tre candele, mentre chi opera recita una formula sopra la testa di un bambino inginocchiato.
𝐒𝐩𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐬𝐭𝐫𝐞𝐠𝐨𝐧𝐢: è il frammento di uno specchio consacrato e posto in modo che nessun oggetto vi si rifletta.
𝐓𝐞𝐳𝐜𝐚𝐭𝐥𝐢𝐩𝐨𝐜𝐚: è lo specchio nero che fuma la sfuggente divinità dei Mexica (Aztechi), la divinità sciamanica onnipotente ed onniscente, arcirivale di Quetzalcoatl; lo Sciamano per eccellenza.
𝑨𝒈𝒂𝒑𝒆 𝑼𝒓𝒒𝒖𝒉𝒂𝒓𝒕 𝘴𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘢𝘯𝘯𝘰, 𝘤𝘰𝘳𝘷𝘰𝘯𝘦𝘳𝘰 ``
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La rottamazione di un italiano perbene Lecce - Teatro Politeama Greco 28-02-2020 ore 20:45 CARLO BUCCIROSSO in LA ROTTAMAZIONE DI UN ITALIANO PERBENE tratto da Il miracolo di Don Ciccillo scritto e diretto da Carlo Buccirosso con (in o.di a.) Donatella De Felice, Elvira Zingone, Giordano Bassetti, Fiorella Zullo, Gennaro Silvestro, Peppe Miale, Matteo Tugnoli, Davide Marotta, Tilde De Spirito Alberto Pisapìa, ristoratore di professione, gestisce un ristorante di periferia ormai sull’orlo del fallimento! Sposato con Valeria Vitiello, donna sanguigna dal carattere combattivo, è padre di due figli Anna e Matteo, la prima anarchica e irascibile, l’altro riflessivo e pacato. Alberto vive ormai, da quasi quattro anni, una situazione di grande disagio psichico che negli ultimi tempi ha assunto la conformazione di un vero e proprio esaurimento nervoso! Difatti, un pò a causa della crisi economica del paese e della propria attività di ristorazione di riflesso, e anche a seguito di una serie di investimenti avventati consigliati dal fratello Ernesto, suo avvocato e socio in affari, Alberto si è ritrovato a dover combattere una personale disperata battaglia contro gli attacchi spietati dell’Equitalia che, con inesorabile precisione lo colpisce quasi quotidianamente nella quiete della propria abitazione, ormai ipotecata da tempo, con cartelle esattoriali di tutti i tipi, di tutti generi, di svariate forme e consistenza!... E ben poco sembra poter fare l’amore quotidiano di sua moglie Valeria e dei suoi due figli, tesi a recuperare la lucidità di Alberto attraverso l’illusoria rappresentazione di una realtà ben diversa da quella che logora ormai da tempo la serenità dell’intera famiglia Pisapia!... Ed un altro grosso problema contribuirà a peggiorare ancor di più la malattia di Alberto, un cancro indistruttibile che neppure la medicina più all’avanguardia sarebbe stata in grado di debellare: la malvagità di sua suocera Clementina, spietato ed integerrimo funzionario della agenzia delle Entrate! Soltanto un miracolo avrebbe potuto salvare l’anima di Alberto, posseduto irrimediabilmente da orribili pensieri di morte... farla finita con la propria vita,...... (presso Teatro Politeama Greco) https://www.instagram.com/p/B9Hv9Efid_p/?igshid=1ww7iay32ujyk
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L’infanzia attraverso i francobolli. A Reggio Calabria la mostra filatelica di Poste Italiane e Anasillaos
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L’infanzia attraverso i francobolli. A Reggio Calabria la mostra filatelica di Poste Italiane e Anasillaos
L’infanzia attraverso i francobolli. A Reggio Calabria la mostra filatelica di Poste Italiane e Anasillaos
L’infanzia attraverso i francobolli. A Reggio Calabria la mostra filatelica di Poste Italiane e Anasillaos Lente Locale
Reggio Calabria, 21 novembre 2019–Nell’ambito delle celebrazioni del 30° Anniversario della Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, Poste Italiane e Associazione “Anasillaos” hanno portato il proprio contributo alle iniziative che si sono svolte a Reggio Calabria con un annullo speciale e una raccolta di valori bollati e francobolli dedicati al tema emessi dall’Italia, dai paesi europei ed extraeuropei articolata.
Lo speciale timbro riproduce per gli appassionati di marcofilia il logo dell’ufficio del Garante della Città Metropolitana, realizzato dagli studenti delle scuole reggine.
Nell’occasione è stata allestita, presso il Palazzo Alvaro, una mostra filatelica dal titolo “L’infanzia attraverso i francobolli”, aperta al pubblico fino a venerdì 29 novembre e divisa in tre sezioni.
La prima dedicata al mondo delle favole con una scelta di grandi autori, dai francesi La Fontaine e Perrault ai fratelli Grimm, passando per il danese Andersen, l’irlandese Oscar Wilde, il greco Esopo e la favolistica indiana, africana ed araba.
La seconda partedell’esposizioneè dedicata agli autori che hanno scritto per l’infanzia e l’adolescenza, dagli Italiani De Amicis (Cuore), Salgari e Collodi (Pinocchio) ai francesi Jules Verne e Saint-Exupery, agli inglesi Beatrix Potter e Alan Alexander Milne (Winnie Pooh), alla svedese Astrid Lindgren (Pippi Calzelunghe), all’irlandese Jonathan Swift (Viaggi di Gulliver)e all’inglese Lewis Carroll(Alice nel paese delle meraviglie) fino ad alcuni scrittori la cui opera è stata conosciuta grazie alla loro trasposizione in cartoni animati, soprattutto giapponesi: Heidi, Lady Oscar, l’Ape Maia, Anna dai capelli rossi.
L’ultima sezione, infine,riservata ai fumetti e ai cartoni animati con Walt Disney e i suoi personaggi più celebri, il francese Asterix, i fumetti belgi dei Puffi e di Ten Ten, i supereroi con Superman, Batman, Wonder woman e i fumetti-cartoons della Marvel (Uomo Ragno,Iron Man,Hulk,Capitan America,Thor) fino ai protagonisti animati (Bugs Bunny, Silvestro e Titti, Duffy Duck, Willy il Coyote e Beep Beep, con gli italiani Lupo Alberto e Cocco Bill.
Poste Italiane- Media Relations
L’infanzia attraverso i francobolli. A Reggio Calabria la mostra filatelica di Poste Italiane e Anasillaos Lente Locale
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Reggio Calabria, 21 novembre 2019–Nell’ambito delle celebrazioni del 30° Anniversario della Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, Poste Italiane e Associazione “Anasillaos” hanno portato il proprio contributo alle iniziative che si sono svolte a Reggio Calabria con un annullo speciale e una raccolta di valori bollati e francobolli dedicati al tema emessi dall’Italia, dai […]
L’infanzia attraverso i francobolli. A Reggio Calabria la mostra filatelica di Poste Italiane e Anasillaos Lente Locale
Antonella Scabellone
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CITTA’ METROPOLITANA L’elenco dei Comuni al voto in autunno e nella prossima primavera
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CITTA’ METROPOLITANA L’elenco dei Comuni al voto in autunno e nella prossima primavera
CITTA’ METROPOLITANA L’elenco dei Comuni al voto in autunno e nella prossima primavera
R. & P. Città Metropolitana di Reggio Cal., consultazioni elettorali amministrative dell’Autunno 2019 e della Primavera 2020: Comuni interessati al voto In Calabria nel novembre 2019 si vota pure per le elezioni regionali
Nella Città Metropolitana di Reggio Calabria i Comuni interessati alle consultazioni elettorali amministrative dell’Autunno 2019 (fatta salva per Platì e Scilla una possibile proroga dello scioglimento del Consiglio Comunale di ulteriori 6 mesi) al momento sono:
Comune – Pop. Leg. ( cens. 2011) – Consiglieri spett. – Sindaco in carica o Comm.
1) – BRANCALEONE (*) – 3.624 – 12 – Comm. Straord. Dott. Giovanni MELONI, Prefetto a.r.; Dott. Salvatore MOTTOLA DI AMATO, Viceprefetto; Dott.ssa Isabella GIUSTO, Funzionario economico.
2) – MARINA DI GIOIOSA IONICA (*) – 6.515 – 12 – Comm. Straord. : viceprefetto dott. Sergio Mazzia, dal viceprefetto aggiunto dott. Marco Oteri e dal funzionario economico finanziario dott.ssa Maria Talarico.
3) – PLATI’ (**) – 3.711 – 12 – Commissione Straordinaria: Dott. Umberto Pio Antonio CAMPINI, Viceprefetto; Dott. Antonio GULLI’, Viceprefetto Aggiunto; Dott. Emiliano CONSOLO, Funzionario economico finanziario.
4) – SCILLA (*) – 5.115 – 12 – Comm. Straord. : Dott. Samuele DE LUCIA, viceprefetto; Dott. Filippo LACAVA, viceprefetto; Dott. Antonino COSTA, dirigente II fascia. Rinnovi Primavera 2020 Sempre nella provincia reggina i Comuni interessati alle consultazioni elettorali amministrative della Primavera 2020 (fatta salva per Delianuova e Siderno una possibile proroga dello scioglimento del Consiglio Comunale di ulteriori 6 mesi) al momento sono: Comune – Pop. Leg. ( cens. 2011) – Sindaco in carica o Comm. ◊ Consiglieri spett.
1) – Anoia – 2.246 – DEMARZO Alessandro ◊ 10 2) – Bianco – 4.125 – CANTURI Aldo ◊ 12 3) – Bruzzano Zeffirio – 1.211 – CUZZOLA Francesco ◊ 10 4) – Casignana – 773 – CRINO’ Vito Antonio ◊ 10 5) – Cinquefrondi – 6.492 – CONIA Michele ◊ 12 6) – Delianuova (**) – 3.436 – Commiss. Straord.: GIANNELLI Antonio, PENNISI Cettina, BUDA Emilio Saverio ◊ 12 7) – Giffone – 1.946 – CUTRI’ Antonino ◊ 10 8) – Maropati – 1.583 – SILVESTRO Fiorenzo ◊ 10 9) – Melito di Porto Salvo – 11.115 – MEDURI Giuseppe Salvatore ◊ 16 10) – Molochio – 2.643 – ALESSIO Beniamino ◊ 10 11) – Montebello Ionico – 6.242 – SURACI Ugo ◊ 12 12) – Pazzano – 640 – TAVERNITI Alessandro ◊ 10 13) – Polistena – 10.742 – TRIPODI Michele ◊ 16 14) – REGGIO CALABRIA – 180.817 – FALCOMATA’ Giuseppe ◊ 32 15) – Roccaforte del Greco – 550 – PENNA Domenico ◊ 10 16) – Samo – 871 – BRUZZANITI Giovanbattista ◊ 10 17) – San Lorenzo – 2.685 – RUSSO Bernardo ◊ 10 18) – San Roberto (***) – 1.833 – Commissario Pref. IANNO’ Francesca ◊ 10 19) – Santo Stefano in Aspromonte – 1.247 – MALARA Francesco ◊ 10 20) – SIDERNO (*) – 16.879 – Commiss. Straord.: CARACCIOLO Maria Stefania, MULE’ Matilde, POLITO Augusto ◊ 16
(*) Scioglimento Consiglio ex art. 143 D. Lgs. 267/2000 (**) Scioglimento Consiglio ex art. 141 d. lgs. 267/2000, affidamento ex art. 143 d. lgs. 267/2000 (***) Elezioni 2019 nulle per mancato raggiungimento quorum votanti – art. 85, comma 3, DPR 570/1960
R. & P. Città Metropolitana di Reggio Cal., consultazioni elettorali amministrative dell’Autunno 2019 e della Primavera 2020: Comuni interessati al voto In Calabria nel novembre 2019 si vota pure per le elezioni regionali Nella Città Metropolitana di Reggio Calabria i Comuni interessati alle consultazioni elettorali amministrative dell’Autunno 2019 (fatta salva per Platì e Scilla una
Gianluca Albanese
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